La Fondazione Masi per le Città Murate

“Una serie di pubblicazioni e dvd ad illustrare le città murate del Veneto: è un progetto intrigante, perché non si limita a fotografare le realtà come si presentano oggi, ma le inserisce in un contesto storico e culturale”: così Sandro Boscaini, Presidente dell’azienda vinicola Masi e vicepresidente della Fondazione Masi, commenta l’iniziativa editoriale dedicata alle città murate venete. Si tratta di un progetto sostenuto dalla Fondazione Masi per la particolare affinità con il suo scopo statutario, che consiste nel preservare, promuovere e premiare i valori e le genti del territorio e della civiltà venete.

“Se si pensa a come ci si muoveva nel Medioevo” continua Boscaini “si comprende perché le città murate, grandi o piccole, fossero a circa un giorno di cammino l’una dall’altra, in modo che i visitatori potessero trasferirsi ed essere accolti dentro le mura trovando protezione. Ecco quindi che le città murate non vanno intese solo come escludenti o come chiusura rispetto all’esterno ma anche come inclusive e protettive rispetto a chi si presentasse, ovvero pellegrini, viandanti e commercianti.

Costituivano una via di traffici di merci e di persone, tra questi c’erano anche vinattieri e vino. Non c’è dubbio infatti che nelle città del Veneto il vino abbia una storia e un significato particolare, basti guardare alle tante taverne, osterie e sedi di produzione che prosperavano dentro le cinta murarie.

Non è solo il traffico del vino come prodotto ma anche il traffico delle tecniche e delle varietà viticole che passava attraverso queste città e queste vie di comunicazione che affascina e colpisce. La cultura del vino e della vite proviene dalla Mesopotamia e, attraversando il Nord Africa e il Sud dell’Italia, ha raggiunto il Veneto trovandovi un suo luogo di concentrazione, da cui poi si è diffusa verso il Nord, nei Paesi germanici, e verso l’Est, nei Paesi slavi.

Ecco allora che passa attraverso le città murate del Veneto un percorso di cultura dotta ma anche di cultura semplice, quella del viver bene delle nostre genti…”

 

 

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